La pressione sulle risorse idriche nell’ultimo decennio è notevolmente aumentata
E’ necessario ripensare ad un sistema di agricoltura sostenibile e di produzione alimentare che protegga l’ambiente e il clima.
Nuovo rapporto delle Nazioni Unite
L’acqua cosistuisce circa il 60% del peso corporeo umano. Il 67% dell’ATC ( acqua totale corporea) è costituito da liquido intracellulare ( LIC) e il 33% dal liquido extracellulare (LEC)
Il contenuto d’acqua nell’organismo deve essere mantenuto costante. Sono tollerate variazioni non superiori al 7% dell’ATC. Il nostro corpo ha un meccanismo che controlla l’equilibrio idrico dell’organismo.
Il centro della sete è situato nell’ipotalamo che rileva le perdite di acqua tramite osmocettori e volumocettori. In caso di disidratazione l’ipotalamo controlla direttamente l’ormone antidiuretico ( ADH) e indirettamente l’aldosterone per indurre il rene a riassorbire l’acqua.
Le entrate d’acqua derivano da alimenti, bevande e dal metabolismo. L’acqua è assorbita nell’intestino tenue e nell’intestino crasso. Nell’adulto è consigliata l’assunzione di 1 mL di acqua per chilocaloria consumata.
Le perdite di acqua avvengono attraverso l’urina, le feci, la perspiratio insensibilis e la sudorazione. Le perdite extrarenali sono obbligatorie. Il rene svolge funzione osmoregolatrice.
L’acqua è un regolatore del volume delle cellule, della temperatura corporea. Consente il trasporto di nutrienti, i processi digestivi e l’allantonamento di scorie.
L’acqua alimentare deve essere potabile.
E’ potabile se ha queste caratteristiche:
- contiene un quantitativo di sali minerali non superiore a 1500mg/L
- non è chimicamente contaminata
- è gradevole al palato
I sali minerali sono:
- sali di calcio : 20 200 mg/L. La quantità di calcio è importante nel caso di dieta povera di questo elemento.
- sali di sodlio: fino a 20 mg/L cioè meno del 10% del rifornimento di sodio giornaliero;
- sali di cloro: circa 42 mg/die contro un fabbisogno di 2000mg/die
- sali di potassio circa 2 mg/L, quantità non significativa
La durezza dell’acqua è il contenuto di carbonato di calcio per litro di acqua.
Le ACQUE MINERALI
Le acque minerali sono classificate in base al loro residuo secco o fisso, cioè quantità di sali dopo l’evaporazione di 1 L di acqua a 180 °C. Possono essere oligominrali, minerali, ricche di sali minerali in relazione al residuo secco per mg/L.
Le acque con solfati superiori a 200 mg/L possono essere considerate lievemente lassative, e possono essere utili per combattere il colesterolo.
Le acque con cloruro superiore a 200 mg/L hanno l’effetto di equilibrare le vie biliari, intestino e fegato.
Le acque con magnesio superiore a 50 mg/L favoriscono l’azione purgativa; bicarbonato superiore a 600 mg/L favoriscono processi digestivi e sono consigliate per disordini epatobiliari.
Le acque con fluoruri superiori a 1 mg/L sono consigliate per prevenire la carie e in gravidanza
Le acque con più di 200 mg/L sono da evitare in caso di ipertensione
Le acque con ferro superiore a 1 mg/L sono consigliate in caso di anemia ma da evitare in caso di gastroduodenite.L’agricoltura è responsabile del 70% del consumo globale d’acqua dolce a livello mondiale.
ACQUA – ONU
Nell’ultimo decennio, la pressione sulla terra e sulle risorse idriche sono aumentate fino a raggiungere un punto critico. C’è un bisogno urgente di progettare un futuro per l’agricoltura sostenibile e la produzione alimentare che sia coerente e inclusiva, che protegga l’ambiente e il clima.
Nella maggior parte delle regioni del mondo l’evaporizzazione da terreni agricoli irrigui rappresenta di gran lunga il consumo idrico da uso umano.
In media sono necessari 3000 litri d’acqua per produrre il fabbisogno alimentare giornaliero di un essere umano.
L’atteso incremento demografico insieme ai cambiamenti di dieta, suggeriscono che per l’anno 2050 sarà necessario il 60% di cibo in più, sino al 100% nei paesi in via di sviluppo.
L’agricoltura irrigua rappresenta il 20% del totale della terra coltivata ma contribuisce al 40% della produzione alimentare totale.
L’agricoltura non irrigua rappresenta l’80% della terra coltivata e contribuisce per il 60% alla produzione alimentare complessiva, rappresentando quindi la fonte primaria di produzione agricola a livello globale. La siccità è da sola la più comune causa di penuria alimentare nei paesi in via di sviluppo.
Si stima che il 40% della popolazione mondiale viva in regioni con scarsezza d’acqua.
Ogni anno va perduto il 30% di tutto il cibo prodotto a livello globale – 1,3 miliardi di tonnellate.
Nuovo rapporto delle Nazioni Unite: lo stato della Terra e dell’ acqua