LA DIETA MEDITERRANEA NON è SOLO UNA DIETA, NON è UN REGIME ALIMENTARE PER DIMAGRIRE, MA UN MODELLO DI VITA
La dieta mediterranea un modello di vita e di educazione alimentare
La mediterranea non è una dieta, nel senso che non è un regime alimentare dimagrante.
La dieta mediterranee è un modello di vita. Per dare il meglio di se, tale modello richiede l’attuazione di un vero e proprio “progetto di vita” , nel quale comprendere l’attività fisica, il rispetto per i cibi, la scelta dei cibi a km0, la loro preparazione, la frugalità nella consumazione degli stessi. La dieta mediterranee si propone il rispetto delle tradizioni culturali e locali dalle quali deriva perché sia tale da poter garantire il benessere fisico e psicologico di chi la pratica. Lo stile di vita cd occidentale che negli ultimi anni ha preso posto delle abitudini e tradizioni del bacino del mediterraneo, ha introdotto un indubbio beneficio rispetto a patologie responsabilità della mortalità delle persone, ma nello stesso tempo, ha inciso sull’incremento di malattie cardiovascolari, tumorali e degenerative che costituiscono oramai 80% dei decessi nei Paesi cd “sviluppati”.
Gli esperti ricordano che il consumo quotidiano abbondante di frutta e verdura previene patologie cardiovascolari e tumorali; il consumo di grassi animali, zuccheri, alcolici, provoca sovrappeso e obesità.
L’obesità è la nuova pandemia del prossimo futuro.
L’eccessivo accumulo di grasso provoca conseguenze dannose che favoriscono in primo luogo la trombosi, la cancerogenesi e l’insulino-resistenza.
La strategia dimagrante deve prendere in considerazione la capacità dell’organismo di adattarsi, e cioè il fatto che l’organismo possiede un’istintiva propensione al risparmio delle risorse in caso di riduzione degli introiti calorici.
Un ruolo importante lo gioca anche la genetica; gli individui con una ridotta capacità di ossidare i grassi aumentano il peso, mentre chi, al contrario ha una elevata capacità di farlo, perde facilmente peso.
Studi hanno dimostrato che la capacità di adattamento è molto variabile e che la modificazione dell’apporto calorico per breve tempo può rappresentare una forma di “adattamento” del metabolismo, mentre l’alternare lunghi periodi di diete ipocaloriche può allenare l’organismo a difendersi prima e meglio dalle diete; ciò, a detta degli studiosi, spiegherebbe l’effetto yo-yo negli individui e la difficoltà a perdere peso.
In questi casi sarebbe più. opportuno sottoporre il paziente ad una dieta ipocalorica che eviti lo stess ossidativo, perchè si rischia che il paziente mangi male e molto per poi “compensare” con digiuno stressante.
La necessità di calare di peso a qualunque costo, facendo qualunque dieta è valida solo per le grandi obesità, cioè quelle oltre i 150 kg, per tutti gli altri casi, che sono la stragrande maggioranza, bisogna ponderare l’apporto di alimenti sani in proporzioni giuste e con le dovute modalità, in modo duraturo e nel tempo. In altri termini – ciò che serve non è la dieta ma l’educazione alimentare.
( tratto dal libro di Luca Piretta, Mangiare italiano, edito Rizzoli maggio 2020, pg 41 e ss.)